“Questi sono i progetti che ci piace ammirare sul territorio, e l’agricoltura è forse l’attività più adatta possibile per promuovere l’impegno e l’inclusione di tutti”. Così il presidente della Consulta regionale delle associazioni delle persone con disabilità e delle loro famiglie Mario Brancati plaude al progetto “Alti e altri orti sociali”, presentato in questi giorni a Gorizia e pronto a dar vita da settembre ad una serie di orti sociali accessibili a tutte le persone, anche quelle con disabilità fisica o mentale, proprio nel capoluogo isontino. Il progetto vede nel ruolo di capofila l’Anffas di Udine, ma coinvolge direttamente anche Fish Fvg, Associazione Amici dei Traumatizzati Cranici, Diritto di Parola, Ge.Co., Anfamiv, Anffas Onlus Gorizia, Apici, Grass-Aps e Uildm di Gorizia, ovvero una larga fetta del mondo del volontariato e della disabilità isontino e regionale. Non solo: c’è anche il sostegno e l’appoggio convinto di istituzioni come Comune di Gorizia, Fondazione Carigo e Ater, con quest’ultima che è proprietaria dei terreni di via Merici dove da anni ormai esistono e funzionano già 37 orti sociali, e dove sorgeranno anche quelli dotati di caratteristiche speciali – pensati dal progettista Francesco Portelli – per essere accessibili a tutti. “Si tratta di un bellissimo progetto di inclusione sociale – dice il presidente della Consulta Mario Brancati, che era presente alla presentazione di “Alti e altri orti sociali” -. Il nostro mondo e le nostre associazioni cercano sempre attività alternative che permettano alle persone con disabilità di esprimersi, e ritengo che l’agricoltura sia forse la più adatta di tutte, mettendo in relazione gli individui con la natura e i suoi ritmi”.