La rapida e vasta diffusione del Covid-19, in questa seconda fase della pandemia, non  ha risparmiato neppure il mondo della disabilità, entrando nel centro residenziale Cisi di Gorizia. Ma se è stato possibile contenere il numero di contagi ed evitare l’esplosione di un vero focolaio lo si deve anche e soprattutto al gran lavoro svolto in fase di screening preventivo dall’azienda sanitaria e dal Cisi, come era stato richiesto fin da subito dalla Consulta regionale dei disabili. A sottolinearlo è proprio il presidente della Consulta, Mario Brancati, intervenendo in questo momento così delicato. “Purtroppo la realtà è che il centro residenziale di Gorizia, che aveva superato indenne la fase più acuta della pandemia, durante i mesi primaverili del lockdown, ora è stato interessato dal contagio di quattro ospiti – dice Brancati -. Fortunatamente sono tutti asintomatici e stanno bene, ma ovviamente la situazione deve essere monitorata attentamente. Devo però sottolineare l’ottimo lavoro svolto dall’Asugi e dal Cisi: se questi casi asintomatici di positività sono stati individuati per tempo, evitando l’ulteriore diffusione del Covid 19 all’interno della struttura, è per i tamponi preventivi che vengono condotti ripetutamente. Proprio il tipo di approccio che la Consulta aveva chiesto alla Regione fin dall’inizio della pandemia, e che vede Gorizia all’avanguardia, visto che non ovunque in Friuli Venezia Giulia si agisce con tanto anticipo e prontezza”. Brancati annuncia anche che nella giornata di mercoledì (il 21 ottobre) sarà effettuato un nuovo giro di tamponi sugli ospiti e sugli operatori del centro residenziale di via Vittorio Veneto nel capoluogo isontino, “e la speranza è che non emergano nuove positività, in modo da poter ritenere chiusa questa piccola emergenza”, osserva il presidente della Consulta.